Stretching per lo ‘scioglimento muscolare’

Un altro importante aiuto che possiamo cercare nello stretching riguarda quello che viene popolarmente detto scioglimento muscolare. Con questo termine si indicano in effetti due desideri dell’atleta (e non): preparare al lavoro un muscolo che si sente non ancora pronto, ed aiutare a rilassarsi e defaticarsi un muscolo che invece abbia già lavorato.
Entrambi le questioni hanno a che fare con un muscolo che non reagisce ancora come vorremmo: perché è un po’ addormentato, o perché è un po’ stanco.

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Lo stretching nel riscaldamento

Il primo tipo di scioglimento entra di diritto nelle pratiche di riscaldamento (di cui mi sono occupato a partire da qui). A questo scopo sono molto utili varie tecniche, tra cui un modo speciale di fare stretching (ho già accennato alla cosa qui).
Non è infatti pensabile eseguire, durante il riscaldamento, esercizi di stretching lunghi e rilassanti: perché non vogliamo rilassare il corpo ma attivarci, e perché non possiamo restare fermi per parecchi minuti alla volta mente puntiamo, al contempo, ad elevare la temperatura corporea e ad attivare il sistema circolatorio, il sistema nervoso, il metabolismo muscolare e la respirazione! E questo soprattutto se siamo esposti al vento o fa freddo.

In questa fase, dunque, gli esercizi di stretching dureranno pochi secondi, e riguarderanno di volta in volta i gruppi muscolari coinvolti dagli esercizi di riscaldamento che stiamo eseguendo. È anche ammesso fare esercizi di allungamento dinamici, cioè in movimento (ad esempio slanci degli arti), senza necessariamente arrivare al rimbalzo e comunque senza mai portare il muscolo al massimo allungamento o arrivare ad una sensazione di fastidio.
Gli esercizi di stretching in questa fase vengono anche ripetuti a distanza di pochi minuti nel corso del riscaldamento; in ogni caso (è una delle caratteristiche del muscolo che si è scaldato) col procedere della routine dobbiamo percepire che il muscolo diventa più facilmente allungabile.
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Lo stretching nel defaticamento

Al defaticamento, che è parte dell’allenamento o della gara secondo la funzione gaussiana, dedicherò dei post specifici. Per quanto riguarda lo stretching, giova intanto sottolineare che si tratta di una tecnica eccellente per aiutare i muscoli a recuperare la normale fisiologia soprattutto quando siano stati impegnati a fondo e siano indolenziti e duri subito dopo la performance.
Il modo di questo stretching è del tutto simile a quello visto per il riscaldamento e, se ben eseguito, può dare risultati eccellenti e grandi soddisfazioni tecniche: il muscolo recupera più in fretta, si rilassa prima, e nel corso delle ore successive sarà meno soggetto ad indolenzimenti ed al famoso DOMS (delayed onset muscle soreness), il dolore del giorno dopo che qualsiasi sportivo ha sperimentato almeno una volta nella sua vita.
In certi casi (guiderà l’esperienza) può essere una buona idea – ed anzi viene spontaneo – fare brevi e leggeri esercizi di stretching nelle ore successive ad un impegno importante, per quei muscoli che dopo del tempo risultino ancora dolente o irrigiditi. Parliamo, per intenderci, di esercizi che ricordano i movimenti che facciamo quando ci stiracchiamo per mandar via un intorpidimento o per darci la sveglia.

Nel prossimo appuntamento: gli errori nello stretching.

Buona performance a tutti!

Image courtesy salutebellezzacheblog.it
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