Tono muscolare ed alimentazione

Chiudiamo, per il momento, la sezione dedicata allo stretching mettendo in evidenza un collegamento che viene troppo spesso sottovalutato tra metabolismo, alimentazione e qualità muscolare, su cui voglio tornare.

Il tono muscolare a riposo dipende da molti fattori, tra cui certamente quello genetico. Ma anche dal tipo di allenamento che facciamo e dalle qualità specifiche che forniamo ai nostri tessuti tramite l’alimentazione. Se qualche nuovo lettore si chiedesse a quali tipi di qualità stiamo facendo riferimento, lo rimando senz’altro a questo post.

L’elemento nutrizionale che – lo si è visto chiaramente – ha maggiori facoltà di influenzare il tono muscolare a riposo, cioè in altri termini la durezza e la rigidità dei muscoli, è la carne.

Maggiore il nostro consumo settimanale di carne, più i nostri muscoli si irrigidiscono e perdono in allungabilità. Questo ragionamento vale in maniera differenziale per un individuo; più difficile invece confrontare due soggetti diversi, visto il peso dei fattori costituzionali individuali e dell’attività fisico-sportiva di ciascuno.

Nell’ambito di chi fa sport in maniera seria, c’è da osservare che – a parte il bodybuilding – questo tipo di caratterizzazione del tessuto muscolare non presenta quasi mai vantaggi. Anzi, può risultare limitante in quelle applicazioni che richiedono grande reattività, ampiezza di movimento e forza elastica/pliometrica.

In linea generale non mi sono mai trovato, da nutrizionista, a consigliare a chicchessia di mangiare carne più di due volte a settimana. C’è però da dire, come ho avuto modo di premettere, che sono troppe le differenze in genetica ed abitudini alimentari tra razze e popolazioni per poter parlare di una alimentazione umana ottimale. Prendendo come riferimento il genotipo europeo e nordamericano, quello cioè più vicino alla mia esperienza professionale come consulente nutrizionale, una o due porzioni di carne a settimana rappresenta una frequenza ottimale per la maggior parte degli individui.
Se invece ci si pone il problema opposto, cioè quanta carne sarebbe opportuno mangiare come frequenza minima, allora il discorso cambia, perché dipende dal resto dell’alimentazione. In una dieta molto ricca di pesce (3-5 volte a settimana) e ben bilanciata in proteine e vegetali si può mangiare carne anche una volta ogni 10 giorni. Sconsiglierei di scendere sotto le due porzioni al mese, salvo controindicazioni mediche
(Uscendo un po’ dal seminato, devo anche notare che non mi è mai capitato – in assenza di patologie o controindicazioni specifiche – di dover sconsigliare totalmente l’uso di carne ad un paziente o ad un atleta).

Image courtesy figureathlete.t-nation.com
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