Leggo su orientalia4all.net che secondo le ultime stime FAO, 925 milioni di persone al mondo, circa 1/7 della popolazione globale, soffrono la fame o sono malnutrite. Di queste, oltre mezzo miliardo si trovano in Asia.
Nonostante questa immane tragedia, è il sovrappeso il tarlo di molti degli abitanti dei paesi più industrializzati: oltre il 43% dei francesi, oltre il 45% degli statunitensi, oltre il 38% degli svizzeri e degli italiani sono sovrappeso o obesi.
Non mi soffermerò siano le cause più comunemente accettate di questo fenomeno. Certamente mangiamo troppo e ci muoviamo poco, ma certamente la qualità dei cibi, le sostanze che questi contengono, la chimica e la qualità dell’aria alterano molte funzioni corporee, soprattutto ormonali e di autoregolazione. Ciononostante non siamo certo condannati a restare vittime della modernità, e chi desidera diminuire il proprio sovrappeso ha a disposizione diverse strategie.
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Ma che vuol dire sovrappeso?
C’è da dire che sovrappeso ed obesità sono concetti convenzionali, stimati tramite una formuletta aritmetica, l’indice di massa corporea (BMI, dall’inglese Body Mass Index), che non tiene conto della struttura fisica né della massa muscolare, ma solo del peso e dell’altezza (il BMI si ricava dividendo il peso in chilogrammi per il quadrato dell’altezza in metri): un algoritmo decisamente inaccurato, per cui una persona molto muscolosa o dalla struttura ossea imponente risulta molto più in sovrappeso di quanto effettivamente sia: convenzionalmente, per valori di BMI tra 20 e 30 c’è sovrappeso; tra 30 e 40 obesità; oltre 40 obesità grave. Un bodybuilder di 90 kg per 172 cm possiede un BMI pari a 30, e sarebbe di conseguenza in forte sovrappeso e ad un… grammo dall’obesità, pur con solo il 5% o il 10% di massa grassa.
In realtà, una stima del sovrappeso reale di un individuo tramite le misure corporee deve considerare almeno la larghezza delle spalle e del bacino, oltre all’altezza ed al peso. Esistono, infatti, formule aritmetiche più evolute, che includono questi parametri e che danno delle stime molto più accurate. Ma siccome richiedono misure che non tutti sanno effettuare con accuratezza, non sono mai diventate di moda… mai fidarsi delle statistiche, come diceva mia nonna.
Ma ci sono altri modi per stimare il sovrappeso, e che non passano per il metro e la bilancia. Uno di questi è l’impedenziometria: funziona tramite il passaggio (del tutto indolore) di una debole corrente elettrica attraverso il corpo, che sarebbe magicamente in grado di riconoscere (attraverso la differenza di resistenza elettrica offerta dal grasso e dal tessuto magro) la percentuale di grasso di un individuo. A mio parere l’impedenziometria può rappresentare un metodo utile solo se la misurazione viene effettuata da un tecnico specializzato, che sa cosa sta facendo: quelle bilance che trovate in farmacia, su cui si sale a piedi nudi e che utilizzano questo metodo per decretare il nostro stato di forma, sono veramente poco affidabili e possono dare risultati molto variabili a seconda della persona, ed anche a seconda delle condizioni ambientali.
Un altro modo di stimare il sovrappeso è attraverso la plicometria, cioè la misurazione delle pieghe di grasso corporee di una persona. Questo è un metodo già più evoluto: intanto perché cerca di valutare il grasso sottocutaneo effettivo misurandolo fisicamente, e non è legato al peso o alla struttura corporea; poi, perché prevede una serie di parametri compensativi e correttivi.
Nonostante ciò che si può pensare, ad esempio, il grasso sul ventre non è molto indicativo del sovrappeso complessivo: ci sono persone sostanzialmente magre (anzi piuttosto macilente) che hanno un po’ di grasso, e solo sull’addome. Molto più significative sono invece, ad esempio, le pliche di grasso dietro al braccio, a metà tra spalla e gomito.
Un’altra situazione frequente è la protrusione del ventre, che però non ha nulla a che vedere con l’accumulo di grasso sottocutaneo e quindi potrebbe non essere collegata al sovrappeso (ci sono molte persone magre magre e col pancino rotondetto e sporgente). È vero peraltro che molte persone sovrappeso hanno il ventre gonfio e teso.
Dunque anche la classica misurazione del “giro vita” col metro non può dare un’idea del sovrappeso. È poi del tutto evidente che una persona alta 1,80 può avere un giro vita più lungo di una persona alta 1,45 senza essere più grassa; anche in questo caso è quindi necessario saper guardare e valutare con l’occhio del buon senso.
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Sapersi guardare
A mio parere, un criterio molto valido per la valutazione del sovrappeso è… lo specchio. È un’idea che mi piacerebbe tanto fosse finalmente condivisa soprattutto dalle signore, le quali invece si ostinano a misurare il proprio stato di forma attraverso la taglia degli abiti ed il riscontro della bilancia.
Purtroppo si tratta di valori culturali che sono stati imposti dalla moda, ed hanno preso piede; e si può certamente dire che ne abbia uccise più la moda che la cocaina. La grande notizia relativa al prossimo concorso di Miss Italia 2011 è che “saranno ammesse in concorso anche le taglie 44 e 46” (rispettivamente 12 e 14 in GB, 10 e 12 in USA, 40 e 42 in Spagna e Francia, 38 e 40 in Germania, 9 e 11 in Giappone), fino ad oggi considerate troppo formose (?).
Io spero che tutte le donne del mondo industrializzato la smettano un giorno di immolarsi sull’altare di ciò che un gruppo di maschi ha deciso per loro.
Ma, per restare nel campo del fitness, come fare a convincere una signora (normopeso) che comincia ad allenarsi, che ciò che conta è il miglioramento della sua linea e della sua bellezza, e non il riscontro della bilancia? Come farle capire che è normale che il peso aumenti, perché i muscoli pesano molto più del grasso? Come spiegarle che se è passata dal fare 15 kg di squat a farne 50 non può che essere felice che i pantaloni le vadano un po’ più stretti sulle cosce? E come convincerla che perdere muscoli diventando ipotonica non è un miglioramento, anche se la bilancia segna di meno?
Chissà, forse le donne amano farsi guardare ma non sanno guardarsi. O, forse, sono troppo condizionate dalla cultura sociale e vedono, nello specchio, solo ciò che la cultura sussurra al loro orecchio. Spesso con esiti terribili.
Il mio primo pensiero, quindi, a proposito di dimagrimento, va a quel miliardo di persone che non ha abbastanza da mangiare per sé e per i propri figli, o per i propri genitori; il secondo pensiero va a coloro che pensano di essere sovrappeso, mentre non lo sono. Infine, penso a coloro i quali sono effettivamente in sovrappeso, vorrebbero dimagrire e non ci riescono: mesi e mesi di diete più o meno feroci alternate a settimane di stravizi; l’ago della bilancia che va su e giù come uno yo-yo, ma finisce sempre per aumentare quel po’ in più ogni volta; le delizie culinarie rubate di nascosto, i mille “ancora uno, e poi basta” sussurrati a non so quale torva divinità…
Insieme, vedremo cosa si può fare, cosa non è ragionevole pensare di poter fare, e cosa non è salutare pensare di fare.
Restate in giro.