Mai come in questi ultimi anni abbiamo assistito ad un’esplosione delle terapie naturali nella parte occidentale del mondo. I motivi sono tanti e diversi, e non li analizzerò qui. Ciò di cui invece vorrei occuparmi in questa serie di articoli è l’eterna diatriba sull’efficacia e sulla pericolosità al contempo di alcune di esse, ed in particolare delle terapie a base di piante: in che termini e – se del caso – fino a che punto ci si può affidare ad una terapia a base di piante medicinali come sostitutiva di una terapia a base farmacologica chimica?
È forse inutile specificare che questi post non toccheranno affatto le culture tradizionali, e le centinaia di migliaia di persone nel mondo che culturalmente si basano e da sempre si sono basate su quanto fosse reperibile in natura per le proprie esigenze di cura. Ci concentreremo, piuttosto, sull’uso che nei paesi più industrializzati (i cui mercati sono invasi da molecole di sintesi di ogni genere) si fa delle piante medicinali, e del rapporto che nasce con la Medicina Farmacologica.
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