Prodotti in polvere e pasti sostitutivi: la bufala della pillola dell’astronauta

C’è stato un periodo, nella nostra storia recente, in cui hanno provato a farci credere che la nutrizione si riduce all’assunzione di proteine, grassi, vitamine, fibra indigeribile, sali minerali, calorie, acqua, oligoelementi. Ricordate la pillola dell’astronauta? “L’uomo del futuro assumerà tutto il nutrimento di cui ha bisogno in una pillola, che fornirà in modo bilanciato il giusto apporto di sostanze nutritive: tutti i problemi alimentari saranno risolti”.
Propaganda dell’industria chimica, del positivismo industriale, della scienza del piccolo.

Lentamente, nel corso dei decenni, senza che nessuno smentisse mai ufficialmente quelle dichiarazioni deliranti, ci siamo resi conto che le cose stavano ben diversamente ed abbiamo abbandonato l’idea. Quasi, come vedremo.
Credo anche che in qualche paese totalitarista (e pure in qualcuno più democratico) siano state condotte sperimentazioni di massa su centinaia o migliaia di soggetti, più o meno volontari.

Probabilmente sono morti in tanti. Le prime avvisaglie devono essere arrivate con cambiamenti dell’umore, depressione, disturbi del sonno, aggressività; e occhiaie pronunciate, pelle ingrigita, depressione del tono muscolare, pelle flaccida. Quindi alterazioni più o meno gravi del sistema immunitario a più livelli, e di varie funzioni fisiologiche. Per i soggetti costretti a continuare la sperimentazione devono poi essere arrivati sintomi progressivamente più gravi.

Una prima fondamentale osservazione sul mito della pillola andrebbe fatta pensando al rapporto dell’uomo con il cibo: un complesso intreccio di valenze psicologiche, simboliche, emotive, un atto così antico che nel neonato si sviluppa in uno specifico periodo della sua esistenza interessando sistemi neuropsichici di grande importanza per il suo sviluppo di persona; e con implicazioni di enorme portata per il suo futuro. Ma limitiamoci ai temi che questo sito propone, senza allargare eccessivamente gli orizzonti della discussione.

I lettori più fedeli ricorderanno certamente quanto abbiamo detto sul potere di struttura degli alimenti (ad esempio qui, e qui). Si tratta, se ci pensate bene, dell’esatto opposto della pillola dell’astronauta: in natura ogni alimento fornisce, in virtù delle proprie qualità strutturali, informazione specifica all’organismo che se ne nutre; questa informazione si somma ai cosiddetti nutrienti (proteine, vitamine, minerali ecc.), ed è spesso in grado di veicolarne l’utilizzo da parte dell’organismo. Tanto per ragionare per categorie molto grossolane, un terapeuta esperto può riconoscere la persona che mangia prevalentemente carne, il macrobiotico, il vegano… con una rapida analisi.

Una polvere non è in grado di conservare significative informazioni di struttura.
Una polvere di proteine, ad esempio, non è in grado di costruire molecole solide come le proteine che assumiamo mangiando carni, pesce, uova, latte e formaggio: i tessuti e le sostanze (ormoni, enzimi, particelle ematiche, liquidi intra- ed extracellulari) che ne derivano sono meno stabili, e resistono di meno agli stress. Ad esempio, un muscolo formato grazie all’aiuto sostanziale di proteine in polvere va più facilmente in catabolismo rispetto ad un muscolo formato da proteine assunte direttamente da tessuti animali.

Tempo fa hanno avuto molto successo i cosiddetti pasti sostitutivi, costituiti da polveri da sciogliere in liquido ed assumere al posto di un pasto. Non parlerò qui del valore dimagrante di questi prodotti, riservandomi di tornarci successivamente; però vi sconsiglio molto caldamente di farli diventare una parte importante della vostra dieta quotidiana su base regolare. Ci sono persone che sostituiscono due, o anche tre pasti al giorno con una bustina di polvere. Queste persone sono spesso riconoscibili al terapeuta: la pelle che perde vivacità, il tono sottocutaneo che si deprime sono due esempi piuttosto superficiali di come l’organismo si vada modificando lentamente.

Questo tipo di prodotti sono figli dello stesso atteggiamento che aveva portato a immaginare la pillola dell’astronauta, e sono figli dello stesso errore logico: quello che pensa l’insieme strutturato come composto solo dalla somma dei suoi elementi, e soprattutto pensa di conoscere questi elementi, e di poterci giocare a piacimento. L’uomo diventa così un sistema semplificato, una specie di macchina cibernetica che desideriamo poter controllare semplicemente inserendo delle schede perforate con i giusti numeri, che naturalmente conosciamo alla perfezione. Si può condividere il concetto, ma ci serve sapere che la macchina è molto più complicata di come noi possiamo immaginarla (ad esempio non sapremmo come costruirla), e soprattutto richiede un linguaggio di programmazione (per restare nella metafora) molto più evoluto di quello che oggi conosciamo.

Vi prego di credere che non sto facendo speculazione filosofica, e non sto difendendo questioni di principio: io sono essenzialmente un tecnico, e questo è un sito pratico sulla qualità della vita. Il salto logico nella conclusione che mi appresto a fare può sembrare azzardato, ma non lo è.
Ritengo che dovremmo dare spazio, nella nostra vita e nei nostri pensieri, alla complessità ed alla ricchezza, senza mai cercare il minimo sufficiente: la Natura non vive di semplificazioni, o di riduzioni al minimo coefficiente, ma di ridondanza.
In un sistema complesso ed interconnesso come ciascuno di noi è, ogni scelta induce un ventaglio di conseguenze e di reazioni, mai una sola. Quando togliamo o aggiungiamo un nutriente alla nostra dieta non generiamo un solo livello di azioni e reazioni: ricordate perché ci piace la Formula 1? :)

Nei prossimi articoli continuerò ad occuparmi del sovrappeso e del dimagrimento. Intanto, vi ricordo che abbiamo parlato di questo argomento a partire da qui.

Image courtesy uomoplanetario.org
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