Patrizio mi scrive: ho 23 anni e il mio sport è la kick boxing. Faccio molto stretching, ma non riesco a fare la spaccata ancora.. potrò mai riuscirci? Dicono che la spaccata frontale non tutti riescono a farla per via delle anche chiuse… è vero?
L’ampiezza di movimento articolare (chiamata escursione articolare, o a volte anche articolarità) dipende da alcuni fattori, anche legati alla struttura dell’articolazione, che è bene conoscere. Innanzitutto, com’è fatta un’articolazione?
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Articolazione
Un’articolazione è, per definizione, il punto di contatto tra due o più ossa, nel quale può verificarsi un movimento reciproco. Anche quando sembra che due ossa siano solidali tra loro, se c’è un’articolazione vedrete che non solo possono invece muoversi reciprocamente, ma che questo movimento è indispensabile alla nostra fisiologia ed al benessere. In una struttura articolare quale ad esempio quella del gomito possiamo riconoscere certi elementi di base:
I legamenti. Sono strutture fibrose simili ai tendini, molto resistenti e molto poco allungabili. Collegano saldamente tra loro due ossa, o anche due parti di un osso.
La cartilagine articolare. Fa da rivestimento ai capi ossei in contatto nell’articolazione; ammortizza, ed ammorbidisce il contatto.
La membrana sinoviale. È uno spazio di ulteriore ammortizzazione − e di lubrificazione dei movimenti − posto tra le ossa come una sorta di sacchetto contenente la sinovia, il liquido lubrificante.
La capsula articolare. Un manicotto di rivestimento che ricopre completamente l’articolazione.
La descrizione è stata molto semplice rispetto alla realtà fisiologica, ma questo non è un sito di Fisiologia o di Medicina, e chi desidera approfondire troverà in Rete migliaia di pagine ad alto tasso scientifico. Vorrei solo aggiungere che l’articolazione può poi essere costituita da diversi altri elementi, quali ad esempio i famosi menischi del ginocchio, spessori cartilaginei fibrosi che aumentano la stabilità articolare e fanno da cuscinetto.
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Limiti all’articolarità
I limiti dell’escursione articolare non derivano solo dalla costituzione dell’articolazione in sé, ma anche dai muscoli che, tramite i tendini, sono collegate alle ossa che costituiscono l’articolazione.
La forma anatomica di ciascuno di questi elementi, la loro consistenza materica, le masse, i volumi, la stessa conformazione ossea dell’articolazione determinano, di fatto, l’escursione articolare di ciascuna articolazione di ciascuna persona. Mentre la costituzione meccanica di articolazioni come il gomito o il ginocchio è fatta in modo da limitare l’estensione a circa 180°, anche l’ampiezza di movimento di un’articolazione come l’anca può essere limitata, ad esempio dalla conformazione dell’interfaccia ossea o dalle cartilagini.
È forse il caso di sottolineare che non necessariamente un’articolarità maggiore è un vantaggio, a meno che il tono muscolare non sia in grado di garantire la tenuta articolare anche ad angoli molto aperti e sotto forte sollecitazione (situazioni molto frequenti negli sport di combattimento e nella ginnastica).
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Stretching
Di tutti gli elementi elencati qui sopra, lo stretching propriamente inteso può intervenire solo sull’allungabilità muscolare. Il praticante di stretching dovrebbe essere sempre in grado di capire – magari assieme al suo allenatore – quando l’escursione di un’articolazione è arrivata al suo limite meccanico, o se c’è margine di allungamento muscolare. Nel primo caso, inutile insistere: a meno di non alterare la costituzione fisica e meccanica di ossa, legamenti, cartilagini (con gravi danni degenerativi nel corso del tempo), lo stretching non può modificare la situazione.
Ma c’è chi non si cura affatto del benessere e della salute dei suoi atleti, e va a mio avviso relegato nello stesso settore morale di chi somministra loro sostanze pericolose allo scopo di aumentarne la prestazione.
Nell’infanzia e nella preadolescenza l’articolazione è piuttosto debole, e le strutture meccaniche poco formate. In molte discipline sportive è radicata da secoli l’efferata abitudine di forzare meccanicamente le articolazioni dei bambini (e si parla naturalmente soprattutto di quella dell’anca) in modo da snervarne la struttura e permettere all’articolazione il raggiungimento negli anni di escursioni maggiori.
La maggior parte di questi ragazzini andrà incontro, nel corso del tempo, a fenomeni degenerativi a carico dell’articolazione violentata, sia per quanto riguarda il tessuto osseo che i legamenti e le cartilagini.
Se per caso qualche bambino di vostra conoscenza pratica sport, soprattutto nel settore della ginnastica o delle arti marziali, informatevi con fare indifferente se per caso l’istruttore (o il maestro) aiutino i bambini a fare stretching tirandoli, o spingendoli, o facendoli mettere a coppie, o peggio …sedendosi su di loro. Se la risposta è affermativa, fatevi spiegare bene come avviene la cosa e, se vi sembra il caso e se potete, intervenite.
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La richiesta di Patrizio
Veniamo allo specifico della richiesta di Patrizio. Nonostante il mito delle arti marziali richieda che l’eroe di turno combatta contro dieci nemici armati di spada con una mano sola mentre medita ad occhi chiusi sospeso in spaccata tra due tronchi d’albero, direi che queste espressioni dell’ingenuità popolare lasciano il tempo che trovano e non hanno nulla a che vedere con la pratica di uno sport di combattimento. Un atleta a 20-30 cm dalla spaccata frontale completa non ha potenzialmente alcun limite in un combattimento reale rispetto ad uno che completi la posizione, a parità di altre doti.
Dunque, Patrizio, vivi tranquillo ed allenati serenamente! Non forzare lo stretching oltre i limiti dell’allungabilità muscolare, ad insistere negli anni rischi solo di farti male. Vorrei anche che tu leggessi il parere di Paolo Ares Morelli, un maestro di kickboxing nel cui blog – che trovo interessante e scritto molto bene – mi sono imbattuto, per caso, nella medesima tematica.
Ti invito anche ad approfondire la fisiologia dello stretching (visto che più un atleta sa del proprio corpo e meglio si sa allenare ed autogestire), ad esempio seguendo il link che ho indicato nel capitolo omonimo qui sopra. Ad majora!
Image courtesy my-personaltrainer.it